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Abstract

Il dibattito in corso legato all'applicazione del CCNL 2016-2018 sulle competenze infermieristiche specialistiche ed esperte, comincia a rendere evidenti i muri in costruzione per difendere lo status quo; mi sto riferendo allo status quo delle funzioni delle professioni sanitarie. È palese, chiaro ed evidente, gií  adesso il timore che pervade alcune organizzazioni. Timore di perdere qualcosa per taluni, di doversi esporre, prendere posizione o ammettere errori, per altri. Nulla di nuovo, purtroppo. In ogni Paese al mondo, quando si mettono in discussione, in qualsiasi settore, le zone di "comfort" o i poteri corporativi tradizionali, è naturale da parte di questi innalzare barricate, muri e recinzioni. Inizialmente, ritengo necessario definire le competenze avanzate. Quanto indicato finora nel CCNL 2016-2018 e in documenti di matrice regionale, è molto distante dalle «reali» competenze avanzate infermieristiche, come comunemente identificate nel mondo. Questo anche tacendo il fatto di prevedere percorsi formativi regionali esterni alle universití  (dopo anni di impegno per averne solo in universití , per inciso) e delle possibili differenze tra regioni. In Europa e nel mondo si sta discutendo della possibilití  di mobilití  di professioni sanitari con competenze di livello avanzato; qui invece si palesa un piano inclinato che potrebbe impedirne la stessa mobilití  tra Regioni. Al contempo, la differenza tra l'infermiere "specialista" e l'infermiere "esperto", con competenze avanzate, nella versione CCNL 2016-2018, da espandere dalle Regioni, non è proprio chiarissima, al contrario delle esperienze europee ed internazionali. Da una parte, viene indicato che per l'infermiere specialista, le Universita' sarebbero deputate ad erogare la formazione dall'altro per l'infermiere esperto, con competenze avanzate, sarebbero le Regioni, con ovviamente percorsi di livello inferiore in termini di durata. Alla fine, entrambe le figure sembrerebbero poter essere applicate negli stessi ambiti di esercizio professionale, per entrambi, di livello solo specialistico (ad esempio, per gli accessi vascolari o in infermieristica di famiglia e comunití , in cui possono esserci infermieri con master di primo livello e infermieri con formazione regionale). Vi è quale aspetto di confusione il che non promette bene come inizio. Cosa sono realmente le competenze avanzate? Il termine è la traduzione di Advanced Nursing Practice. Rappresentano, nel continuum dell'assistenza del Consiglio Internazionale degli infermieri, cui CNAI è affiliata dal 1949, il terzo livello di sviluppo, post abilitazione all'esercizio professionale. Partendo dall'infermiere generalista (Laureato in infermieristica), si passa per l'infermiere specialista (in possesso di un titolo post-base all'interno di un'area specialistica dell'infermieristica, con durata variabile, sulla base dell'ambito specifico di esercizio e del grado di autonomia) ed si arriva infine all'infermiere con competenze avanzate. L'infermiere con competenze avanzate è un infermiere abilitato all'esercizio della professione che ha acquisito una base di conoscenze a livello esperto (expert knowledge base), abilití  per prendere decisioni complesse (complex decision making skills) e competenze cliniche per un esercizio professionale espanso (expanded practice) le cui caratteristiche dipendono dal contesto e/o dal Paese nel quale l'Infermiere è accreditato per esercitare. Si raccomanda il possesso di una laurea magistrale biennale (Master Degree o superiore) ad indirizzo clinico conseguita dopo il corso di laurea abilitante, pur con differenze nei diversi paesi.

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Come citare
De Caro, W. (2019). Competenze avanzate infermieristiche: se non ora, quando?. PROFESSIONI INFERMIERISTICHE, 72(3). Recuperato da https://www.profinf.net/pro3/index.php/IN/article/view/659