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Abstract
Leggere i quotidiani e in particolare quelli dedicati alle notizie sulla sanití stimola numerose riflessioni per chi, come gli infermieri, si trova a operare in condizioni sempre più complesse con risorse ridotte e costanti spinte a contenerle ulteriormente. L'ampio dibattito sulla riforma del Titolo V della Costituzione, che non si è certo concluso dopo il primo via libera al disegno di legge che modificherí le competenze tra Stato e Regioni in materia di tutela della salute, deve interpellarci. E che dire dei recenti decreti ministeriali sui posti assegnati alle universití per i corsi di laurea in medicina, odontoiatria e veterinaria? Perché sono in numero sempre maggiore rispetto a quelli richiesti dalle rispettive Federazioni? A titolo di esempio, la FnomCeo chiedeva di rimanere sui 7.000 posti e ne sono stati assegnati 10.556 con disomogeneití incredibili di assegnazione fra gli atenei italiani che fanno pensare a logiche ben diverse dal reale fabbisogno locale. Ancora, perché si insiste sulla necessití di ridurre la spesa sanitaria quando, dati OCSE alla mano, la spesa pubblica sanitaria italiana è inferiore di oltre un terzo alla media dei paesi dell'area Euro e il divario è triplicato dall'inizio degli anni 2000? L'elenco di considerazioni, perplessití e conseguenti domande potrebbe continuare ma, come cerco sempre di fare pensando ai contenuti prioritari per CNAI e la professione infermieristica italiana da proporre nell'Editoriale, vorrei stare sugli elementi positivi e ai fenomeni che "germogliano" in questa primavera. (...continua)